TERAMO – Una conferenza stampa partecipata, quella dove questa mattina il presidente della Provincia, Valter Catarra, ha parlato della ristrutturazione dell’ente. Attorno a lui, oltre che il vicepresidente Rasicci e la Segretaria generale Gianna Becci, gli assessori Guardiani, Falasca, Marconi, Di Michele, Di Giacinto e Vannucci. Tutti insieme per una serie di dichiarazioni con le quali, in più di un caso, Catarra ha dato l’impressione di volersi togliere dei sassolini dalla scarpa. Nel mirino del presidente, le obiezioni sollevate dall’opposizione e dai sindacati riguardo le operazioni di riassetto. “Tutti si divertono a fare il tiro al piccione con noi, ma la verità – ha detto – è che abbiamo ereditato un ente in condizioni che rasentavano il dissesto finanziario. Nonostante questo siamo in sella, anche grazie alla nuova organizzazione che abbiamo varato”. Dopo aver sottolineato di aver realizzato la riorganizzazione senza rivolgersi, come pure avviene, a società esterne, Catarra ha parlato a suon di numeri: “I costi della struttura dirigenziale scenderanno da 1 milione e 408 mila euro a 885mila euro; i costi dei dipendenti passano da 7milioni 495 mila euro a 7milioni e 100mila euro, per una riduzione complessiva dei costi pari a 1 milione e 258 mila euro”. “I sindacati e le opposizioni – ha rincarato– devono farmi la cortesia di dirmi sulla base di quali dati parlano. A differenza del 2009, adesso sul sito dell’ente è possibile trovare tutti i dati e le cifre”. Ma Catarra è entrato nello specifico: “Esistono vincoli di legge che impediscono di superare spese del personale 2011 rispetto a quello 2010. Noi non solo non abbiamo superato il limite, ma abbiamo addirittura operato delle riduzioni. Le posizioni organizzative erano 40 e le abbiamo portate a 33”. E se sull’aumento delle cosiddette alte professionalità – figure da reperirsi comunque nell’organico dell’ente – ha ricordato che “sono previste dalla legge, così come è previsto dalla legge un fondo specificamente riservato a esse”, non ha mancato di affrontare il “capitolo” della direzione generale: “Questa amministrazione ha dichiarato l’indisponibilità a nominare un direttore generale esterno, ma non ha voluto sopprimere le funzioni che fanno capo a quel ruolo: e infatti sono state assorbite dalla Segreteria generale, che invece è prevista per legge”. Il presidente si è soffermato, fra l’altro, sulla pianta organica: “C’è una pianta organica ipotetica e ce n’è una di fatto. Prima quella ipotetica prevedeva 520 dipendenti, mentre adesso 476. La pianta organica reale, invece, consta ora di 340 dipendenti in ruolo a tempo indeterminato”. Infine l’ufficio staff: “In linea di principio non sono contrario – ha aggiunto– agli staff. Sono contrario però alla prassi di stabilizzare nell’ente chi entra nello staff”.
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